FISCAL COMPACT, più che futuro parliamo di "macelleria sociale".



Da mesi, televisioni, radio e carta stampata bombardano gli italiani facendo uso e abuso di questo inglesismo.

Quanti realmente hanno compreso cosa sia e quale sarà il suo devastante effetto sull’economia italiana.


Il Fiscal compact è l'impegno che vincola tutti i governi a venire (attenzione tutti nessuno escluso, per questo, chi dice qualcosa di diverso per esigenze elettorali, vi sta prendendo in giro; penso all’on. Berlusconi che Il 16 settembre scorso ha attaccato il principio del pareggio di bilancio pur votandolo), a ricondurre il rapporto tra debito pubblico e PIL (prodotto interno lordo) al livello della media europea, attraverso un meccanismo che prevede sanzioni e correzioni automatiche. 

 

L’imbarazzo dello scrivente è giustificato dalla presa d’atto che questo sia stato ratificato dal nostro Parlamento, senza discussione e votato con una maggioranza schiacciante (direi  “maggioranza bulgara” nella mattinata del 19 luglio 2012, con 368 si, 65 i no, 65 gli astenuti), come se fosse un semplice atto dovuto.

In sostanza l’obiettivo è tagliare il 50% del debito pubblico, che tradotto fa  40-50 miliardi di euro all’anno di tasse e tagli per 20 anni.  L’effetto dovrebbe essere il debito pubblico italiano che oggi è del 120%, ridotto all’incirca del 60% del PIL (prodotto interno lordo) nel 2033.

Molti penseranno leggendo: ERA ORA FINALMENTE, MENO DEBITO UGUALE MAGGIORE RICCHEZZA, MA DOV’E’ il TRUCCO?

Questo principio si traduce in “AUSTERITA’” o se più vi piace “MACELLERIA SOCIALE” cioè tagli alle pensioni, stipendi, sanità, istruzione, aumento delle tasse; misure che portano il paese alla recessione e al progressivo impoverimento (vent'anni di questo salasso non potranno permettere una ripresa economica), proprio come ammesso da MONTI, l’attuale presidente del consiglio che sta sottoponendo il Paese a una cura da cavallo e, cosa ancora più grave, senza alcuna consultazione di qualsiasi natura del popolo.

Se non avete molta fantasia nell’immaginare il “simpatico quadretto prefigurato”, basta pensare all’austerità imposta dal FMI (Fondo monetario internazionale) ai Paesi africani. Sicuramente sono più poveri e senza alcuna possibilità di crescita economica.



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