LIBERA RIFLESSIONE SULLA TAV.

Se sforzandoci solo per un attimo, congelando per un istante le nostre convinzioni politiche fonte di condizionamento, guardassimo armati di obiettività e realismo la situazione economica del nostro paese dannatamente in bilico sul filo della bancarotta, tanto da rinunciare al lusso delle Olimpiadi, non possiamo in tutta onestà intellettuale, ammettere che pensare alla TAV significa costruire l’ennesima e inutile “cattedrale nel deserto”.



Mentre tutto il paese reale e in particolare il meridione d’Italia, vantano il triste primato europeo di mancanze infrastrutturali essenziali (rete ferroviaria, stradale, portuale, per non parlare dei servizi di trasporto soppressi incomprensibilmente), l’attenzione si sposta volutamente su un’opera faraonica che consta di un tunnel lungo 52 km e al modico costo di 22 miliardi di euro. Conoscendo il “modus operandi” tipico delle nostre opere pubbliche, immagino già come andrà a finire tra ritardi e aumento spropositato dei costi negli anni.

Il dramma è che sia il governo sia i comitati NO-TAV, si siano avvitati e arroccati su posizioni da cui difficilmente si potrà ottenere niente di buono, sulla constatazione che ormai nel nostro paese concertazione e confronto sono da tempo latitanti.

Ma LA TAV serve veramente a qualcosa? Con certezza posso affermare che:

a)      Il Piemonte è già collegato all’Europa attraverso la Valle di Susa con due strade statali, un’autostrada, una linea ferroviaria passeggera e merci a doppio binario, più un trasporto dei TIR su speciali treni navetta;

b)      I suddetti sono tutti abbondantemente sottoutilizzati al 38% delle possibilità e capacità; il flusso merci rispetto a quello previsto è sceso al 9% solo nell’ultimo anno e il collegamento Torino - Lione è stato addirittura soppresso per mancanza di passeggeri;


c)      Il tracciato passa attraverso la montagna del Musinè conosciuta per l’alta percentuale di depositi amiantiferi e radiattivi (immaginate cosa si sprigionerà nell’aria durante i trafori);

d)      Il costo stimato e sottolineo stimato, è di 22 miliardi di euro, mentre in Italia si taglia su tutto pure sull’impossibile, istruzione, sanità  e welfare.

DAVVERO SERVE LA TAV O E’ COME PER IL PONTE SULLO STRETTO, UN DANNATO AFFARE PER QUALCUNO?



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